A metà novembre lo statuto. Nei giorni successivi la nomina del presidente, designato dal premier Silvio Berlusconi al termine delle solite macchinosissime "consultazioni" che coinvolgono tutto il mondo politico e industriale che conta. Con una lista di papabili che prende forma di ora in ora. Carlo Jean, già presidente della Sogin e commissario straordinario per gestire la tuttora irrisolta questione dei nostri vecchi rifiuti nucleari? Fabio Pistella, che nel mondo dell'energia esibisce un curriculum davvero invidiabile? Oppure Maurizio Cumo, lo scienziato ben visto dagli operatori energetici, anche lui già ai vertici della Sogin?
Per la nuova agenzia per la sicurezza nucleare, primo passo operativo per il ritorno italiano all'atomo fortemente voluto dal Governo Berlusconi, sarà solo il primo e più semplice passo. Il difficile verrà subito dopo, ammette implicitamente Stefano Saglia, sottosegretario allo sviluppo economico con delega all'energia. Ed ecco la necessità di oliare il processo – ha spiegato Saglia in un seminario promosso da Energy Lab che ha ospitato il capo dell'agenzia nucleare americana, Dale Klein – con una serie di azioni combinate, «il più possibile bipartisan».
Il presidente dell'agenzia italiana sarà affiancato da quattro commissari, due nominati da ministero dello Sviluppo e due dall'Ambiente. «Ma nella scelta cercheremo di coinvolgere anche l'opposizione». Contemporaneamente ci sarà l'iniezione dei primi 100 scienziati ed esperti, presi per metà dall'Enea e il resto dall'Ispra, l'istituto per la protezione e la ricerca ambientale. «Non basteranno, sarà solo il primo nucleo» per una struttura da costruire prendendo largamente a modello l'agenzia francese e quella americana, che conta – ci ricorda Klein – la bellezza di 4mila esperti in cinque sedi operative. Una macchina che in Usa è pagata dalla comunità attraverso il Congresso, ma qui da noi «non peserà e non dovrà pesare – ripete Saglia – sul bilancio pubblico»: come prevede l'ultima legge "sviluppo" sarà finanziata dagli operatori energetici, che dunque dovranno aggiungere anche questa voce al computo dei già onerosi investimenti necessari all'avventura atomica.
In compenso l'agenzia promette dinamismo e efficienza. I prevedibili rallentamenti provocati dal dibattito tra commissari di diverso "colore" politico? «Nomineremo un direttore generale forte, con veri poteri esecutivi e buona autonomia» annuncia Saglia.
Intanto dovrà essere l'agenzia ad aiutare il Governo ad allestire il decreto sui "criteri" per la scelta dei citi dove piazzare le nuove centrali atomiche italiane. Saglia ripete quel che ha già chiaramente detto: si definiranno appunto i criteri, non i siti. Le zone di esclusione per pericolo sismico, geologico o ambientale, ad esempio. «Perché gli operatori si possano orientare e avviare le pratiche autorizzative».
Spetterà all'agenzia anche il compito di promuovere e favorire «quell'opera di comunicazione necessaria a garantire che il processo sarà qualificato e credibile» per dissodare la ritrosia delle nostre popolazioni. Tant'è che «non sarà certo il caso - dice Saglia a chiare lettere – di sovrapporre il dibattito sulla scelta dei siti alle prossime amministrative». Si procederà subito dopo.
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